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In Veneto mille docenti lasciano la cattedra perché vincitori del concorso straordinario bis

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In Veneto mille docenti lasciano la cattedra perché vincitori del concorso straordinario bis
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Oltre mille docenti, nel giro di 24 ore, hanno lasciato la propria cattedra perché vincitori del concorso straordinario bis. Accade in Veneto e a riportarlo è il Corriere della Sera.

I vincitori hanno dovuto prendere il posto a tempo indeterminato che gli spettava sostituendo i supplenti nominati a settembre, ma, a loro volta, hanno lasciato oltre mille cattedre scoperte.

“Certo si sapeva che i risultati sarebbero usciti per molte graduatorie ma pensavo che non avrebbero mai fatto veramente un cambio così repentino ora – dice Sandra Biolo della Cisl Veneto – questo modo di gestire le cose è un danno per tutti per i ragazzi ma anche per i professori”.

“Il turnover riguarda un migliaio di docenti in tutta la regione non di più – chiarisce Carmela Palumbo, direttore dell’ufficio scolastico regionale – certo sono stati messi a bando 2.800 posti per le scuole secondarie di primo e secondo grado ma non tutti sono entrati nel conteggio dei posti accantonati. Alcune classi di concorso non hanno finito le correzioni in tempo utile per far fare ai docenti l’anno di prova che prevede un numero minimo di giorni in classe”.

Nel Lazio, invece, le nomine sono state posticipate di un anno lasciando i vincitori dov’erano stati nominati a settembre per evitare di innescare la catena dei cambi. “Fare la stessa cosa in Veneto? No, non era possibile. Non è corretto – spiega Palumbo – tecnicamente non è in linea con la normativa. Io devo applicare la normativa come è scritta. E il testo non prevedeva questa possibilità anche se forse avrebbe avuto senso pensarci”.

Critica l’assessore all’Istruzione della Regione Veneto, Elena Donazzan: “Non si possono spostare le persone in corso d’anno, fossero cento o mille, è chiaro che bastava prevedere lo spostamento per il prossimo anno scolastico. La continuità è sempre importante, in alcuni casi è necessaria come nelle zone più difficili o di frontiera della nostra regione”.

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