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Occupati licei di Roma, per gli studenti "Draghi è in continuità con i tagli"

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Occupati licei di Roma, per gli studenti "Draghi è in continuità con i tagli"
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Sono entrati alle sei di questa mattina, varcando il portone con la bidella del primo turno. Poi hanno scavalcato il cancello, ancora chiuso. Trenta studenti del liceo bene di Roma, il Liceo classico statale Ennio Quirino Visconti, hanno allargato le sedie che usano in classe nell'ampio cortile in mattonato dell'istituto del Collegio romano, e hanno occupato la scuola. Contro una ministra "tardiva e inadeguata", hanno detto e scritto, e anche contro un premier incaricato "che ci chiede di andare a lezione in classe fino a luglio", ma così "tiene studenti e professori ostaggi di un sistema che non funziona". I ragazzi del Collettivo vedono Mario Draghi, neppure insediato, come un presidente del Consiglio "in assoluta continuità con i governi che hanno tagliato l'istruzione negli ultimi trent'anni".

Lezioni interrotte al Visconti: non accadeva dal 2011. "Lezioni interrotte con la forza", scrivono quelli del Collettivo. E lo scavalco all'alba del Visconti arriva dopo le occupazioni, ieri, di un altro liceo, il Mamiani di Prati - "siamo orfani di un sogno e siamo pronti a costruirlo" -, e del Socrate alla Garbatella, semiperiferia. Prima ancora, fumogeni a tetto e sedie in cortile per il Kant di Centocelle e il Pilo Albertelli dell'Esqulino. Hanno già lasciato le terrazze dei plessi, negli ultimi due: hanno pulito nella notte e riconsegnato gli istituti, altri due licei, senza danni. I protagonisti dell'atto di insurrezione, però, si sono già presi una denuncia.

 Dopo la bidella che ha aperto l'istituto, al Visconti sono arrivati la preside, un professore, il rappresentante dei genitori. E altri cinquanta adolescenti a ingrossare l'occupazione. I ragazzi hanno fatto entrare soltanto loro - i coetanei e i tre adulti - promettendo che chiuderanno l'aula magna e vigileranno su loro palazzo così prezioso. Hanno detto, poi, che sono pronti a ricevere le denunce: "Non vogliamo retrocedere". La dirigente ha fatto sapere che rischiano un'accusa di "procurata pandemia". Per ora, le distanze sono rispettate e le mascherine alzate sopra il naso.

Gli occupanti del Visconti, in assemblea straordinaria, devono decidere i giorni in cui vorranno tenere l'antico palazzo in consegna. Scrivono: "La scuola è collassata, il sistema è stato impreparato e improvvido. Noi stiamo con il nostro istituto, la nostra preside, vogliamo difendere anche la sicurezza dei professori, ma anni di tagli e una classe politica inadeguata hanno pregiudicato il nostro percorso scolastico, il sapere degli studenti di tutta Italia. Scioperiamo per ottenere un rientro sicuro", spiegano, "in queste condizioni, con i trasporti sempre più carri bestiame, la Didattica a distanza è l'unica possibilità". Già. "Si sta parlando del nostro futuro e ce lo riprenderemo".

La prima ondata di occupazioni era partita da Milano, dal Liceo Parini, ma se quelle erano iniziate come  proteste contro la Dad unica possibilità di studio, ora la contestazione si sta volgendo verso una presenza in classe che garantisce nuovi contagi.

(fonte: La Repubblica)

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