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Abuso di termini inglesi: ecco perché potrebbe diventare un problema

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Abuso di termini inglesi: ecco perché potrebbe diventare un problema
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“La consacrazione della lingua nazionale è in molte Costituzioni, di gran parte dei Paesi non solo europei”. Sono le ultime parole del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, a proposito l’idea di inserire la lingua italiana nella Costituzione.

Sangiuliano, intervistato dal quotidiano "Il Messaggero" dunque non si limita alla difesa della lingua italiana, ma punta anche alla valorizzazione e alla promozione dell’italiano.

Secondo il ministro della Cultura, ci sarebbe infatti "un abuso dei termini anglofoni" che "appartiene a un certo snobismo, molto radical chic".

Per il Ministro però il problema è legato anche alla "scarsa consapevolezza del valore globale della cultura italiana. E anche della sua lingua, che invece è ricca di vocaboli e di sfumature diverse".

Per questo motivo, il ministro della Cultura plaude l’iniziativa dell’Accademia della Crusca che "ha costituito al suo interno un gruppo di lavoro, che ha scelto anche un bel nome latino, ‘Incipit’, che prova a suggerire definizioni alternative italiane a definizioni straniere abusate nella comunicazione pubblica".

La lingua italiana si sta impoverendo

Ma la lingua italiana è davvero in pericolo? Fino a che punto sono diffusi gli anglismi? Il problema sicuramente esiste: anche l’Academie Francaise, l'istituzione che difende il valore della lingua e della cultura francese nel mondo, ha lanciato un ultimo categorico allarme. L’utilizzo sempre più massiccio di anglismi nella comunicazione aziendale ed in quella istituzionale rischia di impoverire irreparabilmente la lingua (imponendo una metamorfosi strisciante della sintassi) e diventare un fattore di discriminazione per quelle fasce di popolazione (anziani e/o non scolarizzati) che rischiano di non capire.

Tantissime parole ormai di uso comunque sembrano, in apparenza, essere intraducibili in italiano: la maggioranza delle persone non sarebbe in grado di trovare il sinonimo italiano di espressioni come hacker, spoiler, soft skills, blokchain, pass, pipeline, benchmark, e così via.

È anche vero che le lingue si modificano costantemente. L’italiano non produce neologismi perché spesso “le cose nuove” arrivano direttamente col loro nome in inglese e non viene elaborata una versione italiana.

In questo modo nel lungo termine si genererà una sostituzione linguistica.

Tutelare la lingua italiana: perché è una sfida importante

C'è una differenza tra il difendere una lingua per puro patriottismo o reazionarismo e invece difenderla perché dietro ci sono delle reali motivazioni pratiche.

La semplificazione che la neolingua comporta infatti è la contestuale regressione delle nostre competenze linguistiche. Semplificare non è affatto sempre e per forza positivo, anzi.

Partiamo dall’assunto che ogni parola serve a descrivere qualcosa nella maniera più specifica possibile. Più parole si conoscono più siamo capaci di essere precisi nella descrizione di qualcosa. 

Una persona che ha la capacità di esprimersi in modo ricco e preciso sarà capace di rappresentare  bene le mille sottili sfumature del proprio ragionamento. 

Più parole si usano e si conoscono, più si sarà in grado di essere precisi nei concetti che si vogliono comunicare, e in questo l'italiano viene molto in aiuto, infatti ci sono ad esempio tantissimi vocaboli che l'inglese non ha o che traduce con un'unica parola (pensiamo a "door", che si usa per porta di cas, porta-finestra, anta di un mobile, portiera della macchina...).

Se non si è in grado di dare un nome diverso a oggetti e situazioni con caratteristiche diverse, il mondo diventerà semplicemente più piccolo. 

In un mondo più piccolo, ci sono meno opzioni di comportamento, meno alternative decisionali, meno spazi di modificazione della realtà.

La lingua e l'uso di determinate parole hanno quindi un notevole impatto sul nostro agire quotidiano, e la ricchezza linguistica, laddove ci permette di avere un lessico ricco, non può che coincidere con margini di azione decisionali e di pensiero decisamente più ampi di chi ha un lessico limitato. 

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