L'insegnamento della matematica potrebbe cambiare in futuro, e se ne sta già parlando.
Nei giorni scorsi infatti il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara in una lettera alle famiglie ha sottolineato la necessità che la scuola formi figure professionali di profilo tecnico-scientifico, e aveva anche affermato la necessità di cambiare l'insegnamento della matematica, presentandola in maniera meno astratta.
Si stanno ridiscutendo dunque gli obiettivi e il senso dell'educazione matematica di base e l'eventuale necessità di ripensare il suo insegnamento.
Sicuramente l'educazione matematica non può e non deve essere ridotta in nessun caso alla sola spendibilità nel mondo del lavoro, anche se è doveroso incentivare un percorso di studio scientifico che permetta agli studenti di trovare un lavoro che risponda alle esigenze di una società sempre più improntata alla tecnologia.
È anche vero che i saperi tecnologici diventano in poco tempo obsoleti, quindi la scuola non può limitarsi al trasmettere solo delle conoscenze che magari alla fine del percorso di studio sarebbero già vecchie.
Bisognerebbe condividere maggiormente il senso degli strumenti matematici che si introducono a scuola e promuovere tutti quegli aspetti per cui l'approccio matematico e la sua capacità di astrazione possono essere un valore aggiunto.
L'educazione matematica dovrebbe mirare a sviluppare la capacità di:
- comprendere analiticamente le situazioni, capendo cosa non è ben definito o cosa non è chiaro;
- affrontare problemi in contesti diversi;
- saper valutare e produrre argomentazioni;
- riconoscere somiglianze e differenze in situazioni diverse.
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