Le Graduatorie GPS 2026 rappresentano uno dei passaggi più delicati per i docenti precari: un momento che può determinare posizioni, punteggi e prospettive di lavoro per due interi anni.
Il biennio 2026/28, però, non sarà un aggiornamento come gli altri. Le novità introdotte dalla bozza dell’ordinanza – unite alle anticipazioni emerse negli incontri tra Ministero e sindacati – disegnano un sistema rinnovato, più rigido in alcuni punti e più equo in altri, ma non privo di criticità.
La decisione più discussa è l’anticipazione dell’aggiornamento a febbraio, giustificata dal Ministero per esigenze organizzative ma contestata da più fronti.
Questa scelta, infatti, ha ricadute immediate e non sempre positive per i docenti.
L’apertura invernale rende impossibile dichiarare i titoli più comunemente conseguiti tra aprile e giugno, come:
master e corsi di perfezionamento,
certificazioni informatiche e linguistiche,
percorsi CLIL.
Questi titoli non sono inseribili con riserva, e potranno quindi essere utilizzati solo nel prossimo aggiornamento biennale.
Una decisione che penalizza chi sta completando percorsi avviati da mesi.
L’unico elemento “salvato” è il servizio dell’anno 2025/26, che potrà essere dichiarato con riserva: una pezza necessaria, ma non sufficiente a compensare la perdita di molti titoli culturali.
Il nuovo algoritmo di assegnazione delle supplenze è forse la novità più attesa.
Finora un candidato veniva valutato una sola volta e, se al turno non trovava sedi compatibili, veniva escluso dalla fase successiva.
Dal 2026 il sistema dovrebbe tornare indietro e riesaminare gli aspiranti ogni volta che emergono nuove disponibilità.
Il cambiamento è importante:
riduce le casualità,
evita penalizzazioni ingiuste,
limita le situazioni in cui ai docenti venivano offerte solo cattedre serali o sedi residuali.
Resta però da capire se la piattaforma riuscirà a gestire in modo fluido un processo più complesso e iterativo.
Il diritto al completamento viene riconfermato, ma con restrizioni:
si potrà completare tramite graduatorie d’istituto, anche spezzando cattedre,
solo per supplenze brevi e saltuarie.
Restano escluse le supplenze fino al 30 giugno e 31 agosto, dove il completamento non sarà possibile.
Il nuovo algoritmo, tuttavia, dovrebbe ridurre le situazioni di incompletezza oraria.
Chi consegue l’abilitazione entro il 30 giugno potrà inserirsi con riserva.
La finestra per scioglierla sarà tra fine giugno e inizio luglio.
È confermata: durante l’aggiornamento sarà possibile aggiornare il titolo di accesso a una classe di concorso o al sostegno.
Master, CLIL e certificazioni non possono essere inseriti con riserva: un limite rigido che potrebbe penalizzare chi completa i titoli dopo febbraio.
Tra le novità più rilevanti per le Graduatorie GPS 2026 c’è la scelta del Ministero di accettare solo le certificazioni informatiche rilasciate da enti accreditati tramite Accredia.
Una decisione che punta a rendere più affidabile e tracciabile il sistema dei titoli, ma che lascia ancora aperti diversi interrogativi.
Se da un lato l’obiettivo è innalzare la qualità delle certificazioni, dall’altro resta irrisolta una questione fondamentale:
il requisito dell’accreditamento riguarda l’ente che rilascia la certificazione o la singola certificazione in sé?
La distinzione è tutt’altro che marginale e, ad oggi, il Ministero non ha fornito una risposta ufficiale.
Questa incertezza pesa soprattutto su docenti che stanno valutando nuovi percorsi formativi in vista dell’aggiornamento.
In questo scenario, un titolo emerge come scelta più sicura: DigCompEdu, a condizione che sia rilasciata da un ente accreditato Accredia e perfettamente allineata al quadro europeo delle competenze digitali per docenti.
È importante sottolinearlo:
👉 non tutte le certificazioni DigCompEdu presenti sul mercato risultano accreditate Accredia, e solo quelle effettivamente accreditate saranno valutabili nelle GPS 2026.
Quando rilasciata da un ente Accredia, DigCompEdu è una delle poche certificazioni su cui, al momento, non sembrano esserci dubbi interpretativi: è coerente con le richieste ministeriali, riconoscibile e immediatamente spendibile nell’aggiornamento delle GPS.
Le certificazioni informatiche già dichiarate e valutate nelle precedenti GPS restano valide, indipendentemente dal nuovo criterio.
Le certificazioni linguistiche continueranno a essere valutate se l’ente risultava riconosciuto nell’anno in cui sono state conseguite, anche se oggi non lo è più.
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I percorsi abilitanti da 30 e 60 CFU dovrebbero partire entro gennaio, così come il TFA sostegno e il percorso INDIRE.
Chi frequenta questi percorsi potrà inserirsi in prima fascia con riserva, anche se l’abilitazione sarà conseguita solo durante l’estate.
Un punto critico: chi conclude percorsi tra aprile e maggio non avrà una finestra utile per inserirli nelle GPS 2026.
Il docente sarà depennato dal biennio solo se:
non presenta la domanda GPS,
e non presenta le 150 preferenze.
Basta una delle due procedure per restare in graduatoria.
La domanda delle 150 preferenze resterà in estate, separata dalla domanda GPS.
Il decreto attuativo dovrebbe arrivare entro il 31 dicembre, ma ad oggi non è chiaro come saranno strutturate le graduatorie regionali degli idonei.
Un’altra area grigia in un quadro che richiederebbe, invece, maggiore certezza.
La continuità sul sostegno non sarà influenzata dall’aggiornamento anticipato: si dichiara attraverso le 150 preferenze e rimane un percorso separato.
Il nuovo impianto delle Graduatorie GPS 2026 mostra un tentativo di rendere il sistema più equo e disciplinato: algoritmo rivisto, maggiore attenzione alle certificazioni informatiche, procedure più chiare sul passaggio di fascia.
Tuttavia, l’anticipo della finestra di aggiornamento, la rigidità sui titoli culturali e la mancanza di chiarimenti su Accredia lasciano perplessi docenti e sindacati.
Un aggiornamento nato per semplificare rischia di complicare la vita proprio a chi dovrebbe agevolare: i docenti precari.
Resta quindi l’urgenza di un chiarimento ufficiale e tempestivo, per evitare che l’incertezza diventi l’ennesimo ostacolo in un percorso già complesso.
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